Il laboratorio di scrittura autobiografica è….…..per me:
un appuntamento al quale non posso rinunciare,
è una partita da giocare fino all’ultimo secondo e,
quando arriva il giorno designato,
sono euforica, impaziente, scalpitante
speranzosa di riuscire a dare il meglio di me
attraverso fogli, inchiostro e colori.
Non nascondo un po’ di timore per questo incontro
unico, delicato e sempre ricco di sorprese
con la parte più intima di me stessa,
ma la curiosità di scoprire qualcosa di nuovo
travalica ogni riluttanza.
Di solito, come per ogni partita “vissuta”,
ne esco soddisfatta e stanca,
a volte più provata, a volte più carica,
quasi sempre con un nuovo “cantiere”
nel quale sguinzagliare la penna.
Certo è che l’appagamento nel ri-leggermi e ri-conoscermi
compensa di gran lunga la stanchezza.
Durante le 4 ore di “lavoro”
(che dette così sembrerebbero interminabili, ma VOLANO!!!!)
mi sento a casa (e non sto parlando di mura),
mi sento rispettata, anzi,
accolta da Cilla e da tutto il gruppo
in un luogo protetto.
Ogni volta mi affascina la scoperta del gruppo
è la magia dell’empatia che si crea tra ogni “essere umano”
la vicinanza nell’intimo,
i fili che si tessono tra noi “quasi sconosciuti”
vanno al di là della conoscenza “canonica”,
e lasciano un gusto di appartenenza all’umanità
come fossimo tante tessere di un puzzle che
trovano il loro inro, anzi,
il loro posto nel mondo (che è uno e uno solo)
non senza fatica, ma con determinazione.
In altre parole:
il laboratorio svolto in gruppo mi aiuta a nutrire e nello stesso tempo a soddisfare la curiosità di scoprire veramente chi sono.
Grazie di esistere!
Bruna