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il decalogo del perdono
- Perdonare non vuol dire non reagire. "Porgere l’altra guancia" significa "fai vedere l’altra parte di te che non reagisce al dolore con altro dolore, all’odio con altro odio, ma agisce in modo consapevole". Perdonare non significa essere stupidi!
- Perdonare non è condonare, non è giustificare quello che l’altro ha fatto.
- Il perdono è un valore laico che esiste da millenni prima del cristianesimo e non può essere semplicemente ricondotto alla confessione cattolica, di cui è un caposaldo importante.
- Perdonare non è dimenticare. Significa invece tenere bene a mente ciò che è successo, liberandolo però dai contenuti di rabbia, rancore, impotenza, odio, paura…
- Perdonare è un atto di coraggio, perché caratteristica di persone forti che prendono la decisione di mantenersi in una posizione di amore e integrità. “Coraggio” significa “avere cuore”. Non è “non avere paura”.
- Chi sa perdonare si ammala di meno. La sua qualità di vita è più alta e vive relazioni più consapevoli e felici.
- Il perdono è un allenamento neuronale che sviluppa importanti abilità sociali di vita quali empatia, uso di risorse maggiori, minor stress, percezione dei problemi in modo diverso, sensazione di piacere e amore che produce endorfine.
- Il perdono è una scienza della felicità.
- Chi sa perdonare è selettivamente più adatto alla sopravvivenza della specie umana. Chi sa perdonare gestisce meglio il conflitto, vive relazioni più mature con le persone non basate su vendetta e odio. Chi perdona riesce a creare relazioni più profonde e mature con se stesso, perché riesce a integrare, a processare, a non giudicare tutti gli aspetti di se stesso che sono rifiutati e rinnegati. Abbiamo la pretesa di essere a posto con noi stessi e perfetti; non sopportiamo di provare rabbia e odio e ci giudichiamo spietatamente per questo. Il perdono è un agente di liberazione profondo, emozionale, fisico, mentale, spirituale
- Il perdono conviene più della vendetta per 7 motivi:
- fisico
- vitale
- emozionale
- mentale
- guarire e integrare il passato
- spirituale
- coscienziale
Il perdono ha un impatto sul corpo fisico positivo perché libera l’energia vitale.
Agisce sulla sfera emozionale/mentale perché ci libera da pensieri ossessivi ed emozioni pesanti.
Il perdono lavora sul senso della nostra vita perché crea una dimensione svincolata dal credo religioso; una dimensione molto più profonda grazie alla interconnessione della reciprocità di tutte le forme di vita. Col perdono divento consapevole che l’altro è un aspetto di me, l’altro è un’opportunità di crescita per guarire parti di te che tu rinneghi e giudichi.
Il perdono ci dona una dimensione profondamente sacra dell’esistenza, delle relazioni con te stesso e con gli altri, del rapporto con la malattia, con la vita e con la morte.
Il perdono ci porta a sperimentare lo stato di unità, un campo di coscienza unitario, non più distinto e fratturato: noi siamo semplicemente il riflesso di qualcosa di molto più ampio che possiamo vivere.
Daniel Lumera